In una due giorni di riflessione la presenza di Michelangelo Pistoletto è stata l’occasione per riflettere su come la poetica del Terzo Paradiso possa essere il motore generativo per una nuova idea di urbanità, oltre la dicotomia centro/periferia, che riporti l’attenzione verso quei territori – la «provincia» – che solitamente vengono considerati marginali rispetto alle grandi città ma che ritrovano una nuova centralità attraverso l’arte e la cultura. Una pratica artistica che proprio al margine «agisce in potenza» per una riappropriazione e trasformazione dello spazio urbano e sociale e per la costruzione di collettività e comunità che si generano dall’incontro.
Al MAP Museo Agro Pontino di Pontinia con Michelangelo Pistoletto si è discusso delle forme di sostenibilità delle politiche culturali sul territorio, dell’incontro disciplinare tra antropologia e pratiche artistiche contemporanee per approfondire la funzione politica e socioculturale dell’istituzione museale. Ha aperto l’incontro Ri/FLESSIONE, una performance di danza urbana a cura del performer e coreografo Laccio intorno al progetto installativo Yes, We CAN di VS² – Versus Studio.
A Priverno, in un incontro realizzato da SITI insieme all’ISISS Teodosio Rossi, partendo dal manifesto «Coltivare la città», con Michelangelo Pistoletto si è discusso dell’arte come agente di trasformazione urbana e sociale, mettendo a confronto, tra teoria e pratica, due esperienze condotte in territori laziali: SITI e Zerotremilacento. Un’opportunità per connettere, ripensando criticamente il processo di urbanizzazione e modificazione dei territori, l’Agro Pontino, i Monti Lepini e la Ciociaria creando una «cerniera» tra la centralità romana e la sua periferia.