Primo Rebirth Forum

Quasi esattamente un anno fa, dal 24 al 26 novembre del 2015, si è svolto a L’Avana il Primo Forum Rebirth. L’iniziativa, prima del suo genere al mondo, è stata avviata da Cittadellarte-Fondazione Pistoletto e dall’Ambasciata del Progetto Rebirth/Terzo Paradiso a Cuba, con l’appoggio del Ministero per la Cultura e della delegazione dell’ONU nel paese stesso. Il suo nome, “Geografie della Trasformazione”, ha rappresentato la volontà di trasformare Cuba nel centro di una trasformazione responsabile della società globale, che si fonda sulla metodologia trinamica implicita nel simbolo del Terzo Paradiso ed è relazionata ai 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, facenti parte dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sradicamento dei problemi più urgenti dell’umanità.
Dopo tre giorni di dibattito favorito dalle attività promulgatrici di Cittadellarte-Fondazione Pistoletto, si è giunti alla creazione di un Cantiere permanente, che ha incluso protagonisti del mondo culturale di impatto sulla vita quotidiana del paese e che ha previsto un anno di lavoro congiunto. I metodi di lavoro delineati, hanno avuto l’obiettivo di raggiungere una confluenza multipla e una condivisione delle conoscenze ed esperienze che sono orientate in qualsiasi senso e in qualsiasi circostanza, al tracciato di una geografia di tutte le possibilità, non definita in termini di punti cardinali, bensì di territori emergenti dall’interazione trinamica che, sotto il segno del Terzo Paradiso, generano la creatività, la partecipazione e il contagio della volontà generatrice di buone pratiche, preservate e veicolate dall’arte finalizzata alla fruizione e beneficio di tutti.
Dal 24 al 26 novembre 2015 l’arte si è rivelata ancora una volta uno spazio propizio per molteplici incontri, un mezzo per la creazione di conoscenze sulla realtà e una istanza mobilizzatrice per l’azione trasformante.
Su tali basi ha iniziato a costruirsi collettivamente un modello di azione congiunta, basato sul principio dell’attività in rete.
Il processo stesso di formazione pratica ha presupposto i seguenti problemi da risolvere: Come organizzare un monitoraggio costante? Come mantenere una comunicazione che oltre a metterci in contatto, ci permetta di rendere oggettivo lo sguardo critico sulle nostre modalità di procedere? Come orientare gli accordi del Primo Forum Rebirth utilizzando il metodo trinamico senza disdegnare le risorse apportate dalle strategie di attività esistenti o già impiegate? Come non perdersi nell’ecumenismo?
GLI ACCORDI RISULTANTI DAL PRIMO FORUM REBIRTH SONO STATI:
● Realizzare una cartografia che comprenda le istituzioni e le iniziative private con l’obiettivo di formare una rete di attività collettiva locale.
● Inclusione nella rete di nuovi attori provenienti da aree di pratiche intellettuali, di ricerca e di politica, ben oltre la sfera artistico-culturale e umanistica che avviano anche attività volte alla sostenibilità.
● Creare un osservatorio che effettui il monitoraggio del lavoro pratico e di ricerca della rete.
● Offrire maggiore visibilità alle azioni e alle pratiche impiegate: quelle già realizzate e quelle da realizzare in futuro.
● Necessità di impostare le attività della rete come processi endogeni.
● Pensare alla scuola (primaria, secondaria, insegnamento pre-universitario e presso i politecnici) come spazio in cui i metodi della trinamica possono essere insegnati e applicati.
● Condividere conoscenze, esperienze per raggiungere una visione olistica della realtà e far nascere nuovi processi di conoscenza e azione.
● Realizzare un nuovo Forum Rebirth-Geografie della Trasformazione a distanza di un anno per discutere i risultati del lavoro congiunto durante lo stesso e dove partecipino non solo gli invitati in occasione del primo, bensì anche le iniziative aggiunte successivamente.
● Concepire il prossimo forum come una meta temporanea per l’avviamento dei progetti generati, ma non come un prodotto finale perché ciò che è realmente importante sono i processi delle attività che vengono elaborati.
● Concepire i microspazi (come il quartiere, la comunità) come aree di impatto immediato di tutte le attività.
● Sfruttare l’esperienza, le potenzialità e le strutture delle Case di Cultura per svolgere l’attività dell’Officina ed avere un impatto diretto sulla comunità.