L’opera nasce dalla suggestione di un tempo lontano, in una dinamica di lavoro manuale e collettivo, aperto al dialogo, dove è presente la trasmissione di conoscenza ma anche l’apertura a forme inedite in gioco caleidoscopico di rimandi tra memoria e visioni di un mondo plausibile.
Il lavoro è realizzato con il contributo degli studenti del corso di Pittura della prof.ssa Simona Uberto e verrà allestito come segno del Terzo Paradiso nella Sala Napoleonica dell’Accademia di Brera con la partecipazione degli studenti del corso di Semiologia del corpo della prof.ssa Paola Salvi nella mattina del 20 dicembre 2013, coinvolgendo altri studenti e visitatori.
L’opera è creata con filo di scarto industriale intrecciato all’uncinetto in moduli da un metro di diametro, e lavorato a punto catenella per un centinaio di metri. L’allestimento prevede la disposizione a pavimento. Le dimensioni del simbolo saranno di mt. 10 circa di diametro x mt. 20 circa di lunghezza.
I moduli sono componibili in gioco aperto allo spettatore che lo sperimenta con tutti i sensi: si muove all’interno con il corpo, lo sposta con le mani, deve controllare il corpo, governare l’equilibrio, creando autocoscienza: comprende il mondo perché l’ha plasmato.