A partire dal simbolo del «Terzo Paradiso», “Giardino che vai, paradiso che trovi” è un percorso educativo per conoscere sotto nuove lenti lo spazio che abitiamo e l’ambiente che ci circonda, per proteggerlo e valorizzarlo.
Nella poetica di Michelangelo Pistoletto, il Terzo Paradiso si rifà al significato etimologico del termine, che deriva dal persiano pairidaeza (con il significato primitivo di “giardino recinto”) e indica la fusione tra il primo paradiso, in cui gli esseri umani erano totalmente integrati nella natura, e il secondo paradiso, quello artificiale, sviluppato dall’intelligenza umana.
Partendo da queste premesse, il laboratorio affronta in un’ottica relazionale ed esperienziale il paesaggio circostante – naturale ed artificiale, urbano – per conoscerlo sotto inedite lenti, allo scopo di scoprire in spazi liminali, negli interstizi, apparentemente privi di potenzialità, meravigliosi “giardini” da far fiorire, “paradisi” privati e collettivi.
Osservare in maniera “ALTRA” lo spazio pubblico è il primo passo per sviluppare un sentimento di cura verso di esso attraverso un percorso di esplorazione, conoscenza e (ri)educazione civica.
Il percorso laboratoriale è suddiviso in due fasi, distinte in due differenti incontri, propedeutici alla realizzazione della Mela del Terzo Paradiso, progetto ideato da Francesco Saverio Teruzzi, e finalizzati a far crescere un sentimento di cura verso l’ambiente dando avvio, attraverso azioni concrete, all’era del Terzo Paradiso.